Due "musungo", un nerino e ...

Due "musungo", un nerino e ...

La famiglia Lucchesi è composta da:






1)Tommaso Lucchesi



Tecnico Ascensorista
nato a Ponte Buggianese il 30/11/'57







2)Antonella Testini


Portalettere
nata a Pistoia il 03/08/'64










3)Benedict Lucchesi

Studente materna
nato a Nairobi, Kenya il 20/07/'02





4)Manolo

Abitiamo a Ponte Buggianese ( Pistoia ) un via Rossini, 65

Tom & family stori

Correva l'anno 1999 (ovvero l'ultimo del millennio) e le cronache del
tempo narrano che i due (Antonella & Tommaso) ai primi incontri,
proprio non si filassero! Sin quando una sera, da amici, la mano di lui non si trovò, per puro caso, a contatto con la coscia di lei. In barba alle più elementari norme di riservatezza e pudore, riconosciute ad una ragazza per bene, lei non pensò, manco lontanamente, di sottrarsi al libertino contatto. Lui, accortosi del comportamento di lei, per non essere da meno e soprattutto per ricordarsi come era fatta una donna, lasciò là la mano.
Il risultato, dopo circa un anno e dieci mesi, è visibile nella foto sotto.


Frastornati, confusi, non consci di ciò che avevano fatto, per riordinare le idee fecero alcuni viaggi in Italia e nel mondo (come si può vedere nelle foto qui accanto). (segue, abbiate fiducia)

"Il cason de' riccioli"


Qui ci troviamo in via Capanna, 26 a Ponte Buggianese (Pistoia).
Qui io sono nato, circa cinquanta anni fa. Qui io ho vissuto per più di quaranta anni.Qui hanno abitato per molte generazioni i miei antenati. Mi raccontava mio padre, che il nonno del nonno di mio nonno, arrivò qui con la sua famiglia che era ancora in fasce.
Da sempre contadini e mezzadri, vale a dire che casa e terreno avevano un padrone,a loro era concesso solo abitare lì, coltivare la terra e allevare il bestiame; e buonaparte di ciò che producevano dovevano portarla alla villa del Sig. padrone. Ma da sempre questa l'abbiamo considerata, a tutti gli effeti, "Casa nostra". Ci ha dato riparo, rifugio, protezione; tra le sue mura ci ha fatto sentire al sicuro. L'abbiamo ricambiata con cure, dedizione, attenzioni e tanto amore; l'abbiamo resa viva per più di due secoli. Ai tempi in cui, a fattorie e poderi, venivano dati nomi come ai paesi, questa fu chiamata " il cason de' riccioli ".
Adesso, dai muri alle finestre, dal tetto al pavimento, mostra inequivocabili segni di decadimento dovuti all'incuria e all'età, ma più di tutto alla mancanza di persone che la abitano, che la rendono viva.
Lentamente, piano piano, uno a uno, ci siamo allontanati tutti, scegliendo strade e luoghi diversi, ritornando si sporadicamente, ma mai definitivamente. L'unica che ancora resiste da più di ottantasei anni,
è mia madre: ultimo baluardo di un tempo che fù!
Tra poco però, delle carte e un giudice, le diranno che dovrà andarsene anche lei, che quella non è più casa sua, come se due secoli di generazioni della mia famiglia non fossero mai esistite, perchè non ne hanno legittimato il possesso, ne il diritto a morire tra quelle mura natie.
Tra non molto il "cason de' riccioli" verrà abbattuto e al suo posto verranno nuove case e nuove famiglie e tutto ricomincerà.
A pensare a tutto questo il cuore mi si intristisce e una vena di malinconia mi assale.


Prepotente torna alla mente la bellissima canzone di Francesco Guccini:
"Radici"

La casa sul confine della sera
oscura e silenziosa se ne sta
respiri un aria limpida e leggera
e senti voci forse di altra età
La casa sui confini dei ricordi
la stessa sempre come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l'anima che hai.
Quanti tempi e quante vite sono scivolate
via da te come il fiume che ti passa attorno;
tu che hai visto nascere e morire gli
antenati miei lentamente, giorno dopo giorno;
ed io l'ultimo ti chiedo se conosci in me
qualche segno, qualche traccia di ogni vita
o se solamente io ricerco in te
risposta ad ogni cosa non capita.
Ma è inutile cercare le parole
la pietra antica non emette suono
o parla come il mondo e come il sole
parole troppo grandi per un uomo.
E te li senti dentro quei legami
i riti antichi e i miti del passato
e te li senti dentro come mani
ma non comprendi più il significato.
Ma che senso esiste in ciò che è nato
dentro ai muri tuoi tutto è morto e nessuno ha mai
saputo o solamente non ha senso chiedersi
io più mi chiedo e meno ho conosciuto
ed io l'ultimo ti chiedo se cosi sarà
per un altro dopo che vorrà capire
e se l'altro dopo ritroverà
il solito silenzio senza fine.
La casa è come un punto di memoria
le tue radici danno la saggezza
e proprio questa è forse la risposta
e provi un grande senso di dolcezza.